Nomi

Negli ultimi quarant'anni, la scelta del nome ha risentito delle varie mode onomastiche ed in esse si rispecchiano largamente gli avvenimenti del nostro tempo.
Essendo poi, i cittadini particolarmente devoti e attaccati alla tradizione, spesso si sono distinti nell'attribuire ai propri figli nomi come Incaldana (la rotettrice), Addolorata o Immacolata, o alcuni nomi di santi, come Michele, Giuseppe, Nicola, Antonio etc. verso i quali esiste ancora oggi un particolare culto, fermo restando il principio sacro del rinnovare in famiglia il nome avito o quello del padrino.
Rari i nomi eccentrici, ma molto fiorente il ricorrere al vezzeggiativo e talvolta all'accrescitivo. Nel sistema onomastico queste alterazioni ricoprono un ruolo importantissimo poiché hanno parte a fianco del nome come "sinonimo affettivo"e questo carattere affettivo spiega la continua creazione di forme per lo più addolcite e raramente dileggianti, ottenute accorciando e riducendo in vario modo i nomi propri, e talvolta creandone dì sana pianta.
Così si giustifica l'uso di Cicciotto o Franciscone per Francesco, di Filuccio per Raffaele, Micangione per Michelangelo, Michelaccio o Michelessa per Michele, Minicuccio per Domenico, Mindozza per Ermelinda, Nanuccio per Gaetano, 'Ncaurana per Incaldana, 'Ndriuccio per Andrea, 'Ntieglio per Antimo, 'Ntunettèlla per Antonietta, Puppinieglio per Giuseppe, Raimo per Erasmo, Rucchitto per Rocco, Santuccio per Alessandro, Sisina per Teresa, Turuccio e Turusieglio per Salvatore, Virozza per Elvira, Vastiano per Sebastiano, Velardino per Bernardino, Zarrafino per Serafino etc.