Il tutto all'interno di un
territorio spesso martoriato dall'abusivo edilizio, dalle discariche
abusive, dal malaffare... In questo complesso contesto, Mondragone si
sta imponendo come uno dei più ricchi territori campani dal punto di
vista archeologico, grazie all'intensa attività del locale Museo Civico
Archeologico "Biagio Greco", promotore di diverse iniziative
in collaborazione con la Sopraintendenza Archeologica di Napoli e
Caserta.
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Il Museo Civico
Archeologico "Biagio Greco" che è stato riconosciuto con delibera
di Giunta Regionale della Campania n. 2280 del 29 dicembre 2007 (BURC n. 5 del 4
febbraio 2008) museo di interesse regionale. Tale riconoscimento (ad oggi
concesso solo a cinque musei di tutta la Campania) è il risultato di un lungo percorso di
crescita che
ha portato il Museo Civico ad essere una esperienza pilota unica nella
Provincia di Caserta, con un percorso espositivo articolato in cinque sale
(dalla preistoria al medioevo con l'esposizione di reperti rinvenuti
nelle due campagne di scavo finanziate dal Comune di Mondragone in loc.
Roccia San Sebastiano e Rocca Montis Dragonis). Il percorso espositivo è
stato totalmente rivisitato il 16 febbraio 2008, in occasione della Giornata di Studi che ha visto confluire
presso il Museo docenti universitari da tutta Italia per la discussione del tema
"Dieci anni di ricerche archeologiche a Mondragone e sul suo
territorio". Coscienti che solo una offerta integrata di
tipo culturale ed enogastronomica possa rappresentare un vero elemento di forza
per l'economia locale, rimaniamo a disposizione per qualsiasi Loro esigenza
(visite guidate, approfondimenti, ecc.) previo appuntamento. Mi pregio segnalare
il link http://www.museinforma.it/
del programma della manifestazione "Museinforma" (Napoli 27-28-29 marzo
2008) in cui sarà presente anche il Museo Civico Archeologico "Biagio
Greco" con una propria relazione il giorno 28 marzo. |
IL
PARCO ARCHEOLOGICO DELLA STARZA
Sono
stati avviati a Mondragone (CE) i lavori del primo parco archeologico
cittadino denominato "La Starza". Primo esperimento del suo
genere in tutta la provincia di Caserta, il Parco Archeologico viene
finanziato totalmente con fondi comunali e sarà gestito dal Museo
Civico Archeologico "Biagio Greco", diretto dal dott. Luigi
Crimaco. "Questa Amministrazione Comunale
si sta caratterizzando da anni" afferma l'assessore alla Cultura
Giovanni Schiappa "per una azione reale, continua e a largo raggio
sulla valorizzazione e fruizione dei beni archeologici e culturali. Le
molteplici azioni intraprese hanno dato spessore e credibilità alla
volontà di questo assessorato di dare spazio e visibilità alle
numerose testimonianze del nostro passato. Complessa e lunga è stata la
gestione di questo progetto, ma finalmente a breve i cittadini di
Mondragone potranno beneficiare di un parco archeologico che sarà anche
una area verde fruibile liberamente".
Il
Parco nasce tra il plesso scolastico del III Circolo Didattico, via Duca
degli Abruzzi e via Vecchia Starza. L'area è stata oggetto di una
campagna di scavo sistematica da parte della Soprintendenza archeologica
di Napoli e Caserta tra la fine degli anni 90 e l'inizio del 2000 che ha
permesso di mettere in luce diverse sepolture italiche con corredi
funerari (oggi in custodia presso la stessa Soprintendenza), una fornace
intatta, due cisterne, un tratto di strada lastricata in pietra molto
probabilmente il prosieguo del diverticolo messo in luce all'altezza
dell'Antica Via Appia che dista, in linea d'aria, pochi centinaia di
metri. E' stato inoltre meglio evidenziato il grande manufatto
archeologico, da sempre visibile, ma non ancora oggetto di indagine
sistematica. I lavori, diretti dall'architetto
Cecilia Cerqua ed affidati alla ditta COSEDO di Capua, vedranno la
predisposizione di un vero e proprio percorso che si snoderà dalla
fornace, costeggerà il manufatto romano e terminerà vicino il tratto
di strada lastricato. Pannelli espositivi, panchine ed aiuole faranno si
che il parco archeologico sarà non solo area di fruizione culturale, ma
anche verde pubblico per i cittadini residente nell'area vicina. I
lavori hanno visto la continua e fattiva collaborazione dell'ispettrice
di zona della Soprintendenza, la dott.sa Ruggi D'Aragona e della
Soprintendente, la dott.sa Nava. Il Parco
Archeologico nasce a poche centinaia di metri dagli importanti
ritrovamenti relativi alla Antica Via Appia e all'area delle tabernae a
ridosso del Cimitero Comunale, sottolineandone una continuità non solo
storica ma soprattutto progettuale. Tra non molto dovranno, infatti,
partire anche i lavori relativi all'area dell'Appia Antica, oggetto di
finanziamento europeo da parte del PIT "Litorale Domitio" che
vedrà la creazione di un percorso sentiero eco-compatibile per poter
visitare da vicino le strutture rinvenute. Il Progetto dell'Appia Antica
prevede, inoltre, la creazione di un sentiero attrezzato per poter
raggiungere il pianoro di Rocca Montis Draconis, consentendone un più
agevole accesso. "Il parco archeologico
"La Starza" è un ulteriore passo concreto di una politica di
valorizzazione dei Beni Culturali che questa Amministrazione sta
perseguendo da anni" afferma il Sindaco Ugo Alfredo Conte
"Stiamo finanziando due importanti campagne di scavo, che hanno
visto Mondragone protagonista alla LX Riunione Scientifica indetta
dall'Istituto Italiano di Presitoria e Protostoria a Roma, stiamo
ristrutturando la sala grande del Museo che ospiterà la Venere di
Sinuessa, abbiamo veicolato i fondi europei sull'Appia Antica e su Rocca
Montis Draconis, a breve presenteremo il volume, curato dal prof.
Piperno, sui risultati di scavo della grotta preistorica di Roccia San
Sebastiano: il Parco archeologico "La Starza" è, quindi, solo
un ulteriore tassello di un progetto più ampio e più ambizioso."
LA
CAMPAGNA DI SCAVO 2006 A ROCCIA SAN
SEBASTIANO
Procedono
da diversi anni le campagne di scavo preistorico
in località Roccia San Sebastiano, finanziata dall'Assessorato alla
Cultura del Comune di Mondragone e condotta dal prof. Marcello Piperno
dell'Università "La Sapienza" di Roma in collaborazione con
la Soprintendenza archeologica di Napoli e Caserta. I primi risultati
delle ricerche condotte dal prof. Marcello Piperno, che illustrano la
Preistoria a Mondragone, sono stati riassunti in una agile pubblicazione
dal titolo "I cacciatori di cavalli di Roccia San Sebastiano",
disponibile presso il il Museo Civico Archeologico.
I
risultati finora raggiunti dagli scavi e dagli studi in corso sono stati
presentati nel maggio 2006 in occasione di una Tavola rotonda
organizzata all’Università di Roma “La Sapienza” e sono stati
esposti nell’ambito del XV Congresso dell’Unione Internazionale
delle Scienze Preistoriche e Protostoriche che si è appena concluso a
Lisbona.
"Le
ricerche del prof. Marcello Piperno" afferma l'assessore alla
Cultura Giovanni Schiappa "ci stanno consentendo di avere una idea
chiara e precisa di cosa sia stata la Preistoria a Mondragone. L'aver
pubblicato i primi risultati in un testo ricco di immagini e dal
linguaggio semplice, consente a tutti, come è giusto che sia quando
vengono impiegate risorse pubbliche, di aver immediata conoscenza di
quanto sta avvenendo in località Roccia San Sebastiano. Sono lieto di
anticipare che i lavori appena ultimati alla nuova sala della Preistoria
presso il Museo Civico, consentirà di poter esporre un numero molto
elevato di nuovi reperti".
Lo
scavo del deposito rinvenuto in Roccia San Sebastiano ha permesso di
approfondire l’esplorazione dei livelli riferibili ad una fase antica
del Paleolitico superiore, nota col nome di Gravettiano, fase nota
finora in poche altre grotte della Penisola, che a Mondragone appare
rappresentata, su uno spessore di oltre un metro di deposito, da una
quantità straordinariamente abbondante di industria litica e di resti
di fauna, tra i quali predominano gli equidi. La datazione, effettuata
su ossa combuste nel Laboratorio C14 del Prof. Gilberto Calderoni del
Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Roma “La
Sapienza”, indica una data compresa tra 23.660 e 22.770 dal presente.
Altrettanto
importante è stato il rinvenimento di un molare umano, proveniente dal
livello più antico finora raggiunto, che si aggiunge ai resti
frammentari di una sepoltura di un bambino di età compresa tra 8 e 10
anni, purtroppo non più in posto (ulna sinistra, tre falangi, tibia
destra, un frammento di femore destro ed un frammento di vertebra
lombare), recuperati nel corso della precedente campagna. Rilevamenti
Georadar e carotaggi effettuati nel 2005 hanno permesso di accertare che
l’effettiva consistenza del deposito preistorico supera i tre metri di
spessore.
"La
campagna di scavo che si condurrà nel corso del mese di settembre
2006" commenta il prof. Marcello Piperno "sarà rivolta
soprattutto alla rimozione del deposito rimaneggiato, allo scopo di
mettere in luce la maggior parte della cavità. Lo studio dei materiali
effettuato nel corso del 2005 ha permesso di confermare la presenza,
fuori strato, di almeno tre manufatti certamente di tipologia musteriana.
Uno dei principali obiettivi della campagna di scavo 2006 sarà pertanto
anche quello di confermare o meno l’effettiva esistenza di un deposito
musteriano alla base del riempimento della Grotta, che attesterebbe la
prima frequentazione del territorio di Mondragone ad oltre 50.000 anni
fa. Sono infine in corso di stampa, nel prossimo numero della Rivista di
Scienze Preistoriche, due articoli dedicati agli aspetti più generali
(ambiente, fauna, industria litca) di Roccia san Sebastiano, e alla
tecnologia litica dei livelli gravettiani."
"L'idea
che a Mondragone" afferma il Sindaco Ugo Alfredo Conte "si
possa confermare la presenza dell'uomo fino a 50.000 anni fa, non fa che
confermare la bontà delle ricerche in corso. Siamo uno dei pochissimi
comuni in tutta Italia che finanzia campagne di scavo e i risultati di
queste ricerche sono immediatamente disponibili sia ai cittadini che ai
nostri numerosi studenti, attraverso l'esposizione dei reperti e la
pubblicazione dei primi risultati, consentendo una conoscenza del
proprio territorio scientificamente esatta. Voglio invitare, all'inizio
dell'anno scolastico, tutti i docenti di Mondragone a prevedere delle
lezioni direttamente presso il Museo, così da poter vedere in presa
diretta quanto si sta scoprendo a Mondragone".
LA
GROTTA PREISTORICA DI ROCCIA SAN SEBASTIANO
Anche
quest'anno il prof. Marcello Piperno ha ripreso lo scavo della grotta
preistorica sita in località Roccia San Sebastiano ampliando
la porzione di paleosuolo rinvenuto nel 2004. L'obiettivo di quest'anno
è quello di poter ampliare lo strato di terreno calpestato
materialmente dagli uomini preistorici e di proseguire con saggi
stratigrafici per individuarne la presenza di ulteriori. La
frequentazione della grotta si data al Gravettiano e si prolunga
fino alla fine del Pleistocene e migliaia sono i reperti ad oggi
identificati, di cui la metà circa dai livelli superiori rimaneggiati.
Durante le precedenti campagne di scavo sono stati rinvenuti diversi
ciottoli di arenaria e di calcare con evidenti tracce di utilizzazione e
macchie ocra. Tra questi uno in particolare presenta evidenti tratti
incisi che richiamano il profilo di un corno di bovide. Sono stati, poi,
rinvenuti, anche alcuni oggetti di ornamento costituiti da una
conchiglia di Cyclope forata e da un canino atrofico di cervo con foro
di sospensione. Oggetto di difficile interpretazione è invece un
frammento cilindrico di dialisi di osso che presenta sulla superficie
una decorazione ottenuta con tratti orizzontali e incisioni verticali.
"Lo
scavo della Grotta di Roccia San Sebastiano" afferma il professore
Marcello Piperno "diventa di anno in anno sempre più entusiasmante
in termini di reperti rinvenuti e dimensioni della grotta stessa.
Sicuramente per poter avere una visione completa dell'insediamento,
dovremo continuare a lavorare ancora per anni, data la ricchezza del
giacimento, ma ritengo che, grazie anche alla collaborazione con il
Comune di Mondragone, questo lavoro potrà essere svolto con grande
serenità". Parte della campagna di scavo è stata rivolta
all'asportazione del deposito rimaneggiato che ostruisce la cavità. Lo
scavo del deposito in posto ha invece permesso di approfondire
l'esplorazione dei livelli riferibili ad una fase antica del Paleolitico
superiore, nota col nome di Gravettiano. Si tratta di una fase nota
finora in poche altre grotte della Penisola, che a Roccia San Sebastiano
appare rappresentata, su uno spessore di oltre un metro di deposito, da
una quantità straordinariamente abbondante di industria litica e di
resti di fauna, tra i quali predominano gli equidi.
La
grande novità della quinta campagna di scavi è rappresentata dalla
datazione assoluta della porzione superiore del deposito Gravettiano. La
datazione, finanziata dal Comune ed effettuata su ossa combuste nel
Laboratorio C14 del Prof. Gilberto Calderoni del Dipartimento di Scienze
della Terra dell'Università di Roma "La Sapienza", indica una
data compresa tra 23.660 e 22.770 dal presente. "Siamo
felici dei risultati ottenuti dalla datazione al C14" afferma
l'assessore alla Cultura Giovanni Schiappa "questo dato conferma
l'importanza del sito di Roccia San Sebastiano all'interno del panorama
delle grotte conosciute nell'intera Italia, non solo per la datazione
assoluta ma per l'enorme quantità di reperti rinvenuti". Nel
sondaggio stratigrafico effettuato nel corso della campagna 2005, esteso
solo 2 mq, sono state recuperate diverse migliaia di manufatti litici
che confermano l'ipotesi che la grotta abbia rappresentato un importante
sito di abitato di lunga durata e a carattere permanente. Tra i
materiali rinvenuti, particolare importanza presentano alcune ossa con
incisioni organizzate in motivi geometrici e fasci di linee parallele.
Altrettanto
importante è il rinvenimento di un molare umano, proveniente dal
livello più antico finora raggiunto, che si aggiunge ai resti
frammentari di una sepoltura di un bambino di età compresa tra 8 e 10
anni, purtroppo non più in posto (ulna sinistra, tre falangi, tibia
destra, un frammento di femore destro ed un frammento di vertebra
lombare), recuperati nel corso della precedente campagna e attualmente
in corso di studio. Nel corso della campagna di scavo sono stati
effettuati rilevamenti Georadar e carotaggi, i cui risultati, in corso
di elaborazione, permetteranno di accertare in modo più preciso
l'effettiva consistenza del deposito preistorico e la sua eventuale
stratificazione culturale.
"Valorizzare
la grotta di San Sebastiano a fini didattici, anche con gli scavi in
corso, diventa a questo punto una priorità importante" ricorda il
Sindaco dottor Ugo Alfredo Conte "Da diversi anni abbiamo ritenuto
fondamentale finanziare gli scavi in corso, non solo per la conoscenza
scientifica del periodo preistorico a Mondragone, ma anche per rendere
fruibile al pubblico questo importante Bene Culturale."
LE
FOTO DELLO SCAVO DI ROCCIA SAN SEBASTIANO
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LO
SCAVO ARCHEOLOGICO DI ROCCA MONTIS DRACONIS
Si
è svolta a settembre la quinta campagna di scavo presso la Rocca Montis
Dragonis, l’insediamento fortificato di età medievale che sovrasta
l'attuale abitato di Mondragone, in provincia di Caserta. L’indagine
archeologica, condotta in collaborazione con la Dott.ssa Graziella Ruggi
d’Aragona, responsabile per il territorio della Soprintendenza per i
Beni Archeologici delle Province di Napoli e Caserta, è diretta dal
Dott. Luigi Crimaco, Direttore del Museo Civico Archeologico della Città
di Mondragone e dalla Dott.ssa Francesca Sogliani, ricercatrice CNR-IBAM
e docente di Archeologia Medievale dell’Università della Basilicata.
Lo scavo ha visto come di consueto la partecipazione attiva di studenti,
laureati e specializzandi in archeologia di diversi Atenei italiani.
“Le indagini archeologiche sono sostenute anche quest’anno dal
Comune di Mondragone, senza la cui attenzione e sensibilità nei
riguardi del patrimonio culturale cittadino l’importante iniziativa
non avrebbe potuto continuare in questi anni” ricorda il dott. Luigi
Crimaco. L'insieme architettonico, attestato nella documentazione
scritta dagli inizi del XII secolo, costituisce un nucleo insediativo
fortificato di notevole interesse e di particolare rilievo rispetto alle
caratteristiche di occupazione del territorio in età medievale, così
da configurarsi come un esempio paradigmatico del fenomeno dell’incastellamento
in questa regione. “Siamo di fronte ad un archivio monumentale vivente
della memoria medievale dell’alta Campania” afferma l’assessore
alla Cultura Giovanni Schiappa “ e l’impegno dell’Amministrazione
Comunale sarà costante e continuo per permettere una indagine
sistematica i cui risultati, mi auguro, siano a breve riassunti in una
pubblicazione”.
La campagna di scavo di quest’anno ha avuto come obbiettivo
l’ampliamento delle zone indagate nelle campagne precedenti e cioè il
pianoro sommitale, che costituisce il ridotto fortificato originario
dell'intero complesso, delimitato da una prima cinta muraria ad
andamento fusiforme, ed alcuni edifici del villaggio che si estende ai
piedi del primo recinto, occupando il versante occidentale
dell’altura, anch’esso a sua volta racchiuso entro una estesa cinta
muraria. A ridosso dell’area pavimentata con un massetto di malta
lisciata in superficie, relativa ad uno spazio comune aperto funzionale
forse alla raccolta e al controllo delle derrate agricole raccolte a
valle dai contadini, centrale a tutta l'area sommitale, si intende
completare lo scavo degli ambienti occupati dalla grande fornace basso
medievale per il vetro rinvenuta l’anno scorso, per comprendere
appieno l’articolazione degli edifici ubicati all’interno della
prima cinta fortificata. Le strutture rinvenute risultano al momento
frequentate fin dall’età federiciana e abbandonate nella seconda metà
del XV secolo, come attestano i rinvenimenti ceramici e metallici,
assieme a numerose monete databili tra il XIII e la fine del XV secolo.
Nel villaggio sottostante si completerà lo scavo della necropoli
all’interno e all’esterno della chiesa a navata unica monoabsidata,
ubicata al margine occidentale del borgo, già iniziato nel 2001. Al
momento sono state messe in luce una quarantina di sepolture
all’interno della navata, relative ad individui adulti e a bambini
appartenenti probabilmente a nuclei familiari distinti. All’esterno
dell’edificio religioso è stata scoperta la strada di accesso che
metteva in comunicazione la chiesa ed i suoi annessi con il resto
dell’abitato ed è stato così possibile integrare i dati relativi
alla viabilità interna dell’insediamento fortificato. Oggetto di
particolare interesse quest’anno saranno gli edifici che sono stati
individuati all’esterno dell’abside della chiesa già nella scorsa
campagna, il cui scavo chiarirà meglio la sistemazione dell’area e le
trasformazioni della viabilità di collegamento tra la chiesa ed il
grande torrione esagonale di età federiciana. “Il Comune di
Mondragone continua e persiste sulla via della valorizzazione dei propri
Beni Archeologici” afferma il Sindaco Ugo Alfredo Conte “sia
nell’ottica di salvaguardare la propria memoria collettiva sia perché
i Beni Culturali sono gli unici grandi attrattori che offrono
prospettive turistiche di sicuro successo.
LE
FOTO DELLO SCAVO DI ROCCA MONTIS DRAGONIS
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LA
RISTAMPA DEL LIBRO "SINUESSA" DI ANTONIO SEMENTINI
L’amministrazione comunale di
Mondragone, su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura, ha ristampato
il testo “Sinuessa” dello storico Antonio Sementini. La
presentazione del volume nella sua nuova veste grafica avverrà sabato
30 settembre, con inizio alle ore 19.00, presso la sala conferenze
“Mario Pacifico” del Museo Civico Archeologico “Biagio Greco”.
Nell’occasione sarà data comunicazione ufficiale dell’intitolazione
della Mediateca Comunale alla memoria di Antonio Sementini, eminente
figura di studioso della storia locale. Un’intitolazione doverosa e
molto attesa dalla città tutta.
Alla presentazione del testo interverranno l’assessore alla Cultura
Giovanni Schiappa, il sindaco Ugo Alfredo Conte, l’onorevole Mario
Landolfi, neo eletto Presidente della Commissione di Vigilanza RAI. La
presentazione del testo sarà curata dalla nipote dell’autore, Ione
Lepore Vettese, l’inquadramento storiografico dal direttore del Museo
Civico, Luigi Crimaco e dal vice-presidente della Società di Storia
Patria di Terra di Lavoro, Alberto Zaza d’Aulisio.
“Dopo la ristampa del testo
“Storia di Mondragone” di Biagio Greco e la contemporanea
intitolazione del Museo, ho ritenuto opportuno continuare sulla strada
intrapresa con la ristampa di “Sinuessa” di Antonio Sementini e
l’intitolazione della Mediateca Comunale allo stesso.” Afferma
l’assessore alla Cultura Giovanni Schiappa “In tal modo non solo
rendiamo il dovuto omaggio a nostri concittadini che con i loro studi
hanno dato lustro a l’intera Città, ma consentiamo che la loro
memoria rimanga viva nelle nuove generazioni. La nostra comunità trova
nel Museo Civico e nella Mediateca due strutture culturali vive ed
operative, che sapranno trasmettere i valori universali della Cultura
con continuità e dedizione”.
Antonio Sementini nasce a
Mondragone il 06/02/1911 da Clotilde Cardella e da Michele Sementini.
Ultimo di sette figli, frequentò il Liceo Classico di Sessa Aurunca e,
una volta conseguito il Diploma di Maturità, si iscrisse alla Facoltà
di Lettere dell’Università degli Studi di Napoli, dove si laureò con
ottimi voti. Coltivò la sua grande passione che era il volo e, per
questo, riuscì a superare gli esami che gli consentirono di ottenere il
brevetto di pilota presso la Scuola Allievi Piloti di Capua. Qui, per le
sua profonda cultura e le grandi doti di umanità, si guadagnò la stima
degli Ufficiali superiori e dei funzionari civili che si adoperarono per
fargli ottenere la nomina di insegnante di Diritto Aeronautico, Storia
della Navigazione, Geografia Astronautica e Meteorologia.
Successivamente si dedicò all’insegnamento delle materie umanistiche
ed esercitò il suo magistero dapprima in alcune sedi lontane e
disagiate e poi, una volta ottenuto il trasferimento, presso la Scuola
Media di Mondragone. Tornato a casa, cominciò a coltivare la sua antica
passione per la storia patria e vi si dedicò con tanto amore che sentì
il bisogno di raccogliere e pubblicare le sue ricerche nel primo
importante studio dal titolo “Sinuessa – Ricognizioni Archeologiche
lungo l’Appia e la Domiziana”. Il lavoro, diviso in sette capitoli
per comodità di lettura, tratta dell’espansione dei Romani verso il
Sud e della vita romano – campana dal 296 a.C. al 915 d.C. nella
nostra contrada, avvalendosi di fonti “sicure e preziose”,
suffragate spesso da una buona critica storico – archeologica nonché
dai sopralluoghi che lo stesso autore era solito fare nei siti citati.
Precedentemente, per sintetizzare il frutto di queste sue ricerche,
aveva curato separatamente la pubblicazione di due lavori, ad uso degli
studenti e dei colleghi, dal titolo “Mondragone nel tempo” e
“Mondragone nei lineamenti di geografia fisica, economica ed
antropica”. Subito dopo Sementini pubblicò “Origine ipotetica del
nome di Roma” e scrisse il volume, dedicato al padre, “Memorie sul
culto di Maria S.S. Incaldana” con il sottotitolo “Saggio
ricostruttivo dalle origini”. Quest’ultimo tratta del ritrovamento
della sacra immagine nella Chiesetta del Belvedere, della sua
traslazione a Mondragone, dei miracoli e della trasformazione della
Chiesa del Vescovado in Santuario. L’opera, che fu pubblicata postuma
per volontà del fratello Alfonso, non è un’opera devozionale, ma si
presenta con una seria impostazione critica e si fa apprezzare perché
offre notevoli spunti per ulteriori ricerche. A soli cinquantotto anni,
minato nel fisico dalla malattia, morì il 13 febbraio 1969.
La ristampa del testo
“Sinuessa” di Antonio Sementini potrà essere acquistato
direttamente presso il Museo Civico Archeologico, al costo di 7 euro, a
titolo di contributo spese. Sono disponibili anche i testi “Storia di
Mondragone” di Biagio Greco (contributo spese di 10 euro) e “I
Cacciatori di cavalli di Roccia San Sebastiano” del professore
Marcello Piperno in relazione ai primi risultati delle campagne di scavo
preistoriche in località Roccia San Sebastiano (contributo spese di 5
euro).
Le campagne di scavo
archeologico sono state finanziate dall'Amministrazione Comunale di
Mondragone (Assessorato alla Cultura) in collaborazione con la
Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta.
I reperti rinvenuti nelle
campagne di scavo possono essere visitati presso le sale del Museo
Civico Archeologico "Biagio Greco", aperto dal martedì al
sabato o su prenotazione. Per informazioni: http://museo.mondragone.net/
. Materiale tratto dal sito
www.archemail.it . |