
Leonardo
dimostrò con disegni e commenti l’impossibilità del moto perpetuo,
oggetto di molte discussioni nel suo tempo. Lo strumento qui disegnato
è fatto di asticciole con pesi attaccati alle estremità e
l’esperienza mostra a Leonardo che: «qualunque peso sarà appiccato
alla rota, il quale peso sia causa del moto d’essa rota, senza alcun
dubbio il centro di tal peso si fermerà sotto il centro del suo polo; e
nessuno instrumento che per umano ingegno fabbricar si possa che col suo
polo si volti, potrà a tale effetto riparare». E da qui la frecciata
polemica: «o speculatori del continuo moto, quanti vari ingegni in
simil cerca avete creati! Accompagnatevi con li cercatori d’oro [i
maghi- alchimisti]».
c. 1495 — 97. Codice Madrid I |